Robin Williams soffriva di demenza: cos'è e come aiutare chi ne soffre
Una nuova biografia indaga aspetti finora poco conosciuti della sua vita. Tra questi, la malattia di cui soffriva.

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Attore, doppiatore, produttore, comico. Uno, nessuno, centomila: di sicuro, Robin Williams è stato uno dei personaggi più amati dal pubblico. Dietro le risate, si nascondeva un'esistenza intima travagliata. Un nuovo libro ha raccontato gli ultimi giorni della sua vita, filtrati dagli occhi delle persone che gli erano vicine. Le pagine della nuova biografia scritta da Dave Itzkoff, hanno rivelato che Robin Williams soffrisse di demenza.
Il libro, intitolato Robin, uscirà nelle librerie il 18 maggio, e ricostruisce alcuni aspetti sconosciuti dell'attore deceduto quattro anni fa, tra cui la patologia da cui era affetto: la demenza a corpi di Lewy.
Robin Williams, che cos'è la demenza a corpi di Lewy
La demenza a corpi di Lewy prende il nome dal neurologo Friedrich H. Lewy, il quale, nel 1912, scopriva la presenza di depositi proteici - definiti in seguito “corpi di Lewy” e responsabili del danneggiamento delle cellule nervose - nella corteccia e nel tronco cerebrale di pazienti deceduti affetti dal morbo di Parkinson. Specialmente agli inizi, le due malattie sono particolarmente simili.
Tra i sintomi della demenza a corpi di Lewy, ci sono fluttuazioni delle capacità cognitive e dello stato di vigilanza, tremori, disturbi del movimento, allucinazioni visive, , disturbi del sonno, disturbi dell'umore (depressione) e altri sintomi neuropsichiatrici (delirio, paranoia, ansia, panico).
Come aiutare chi soffre di demenza come Robin Williams
La demenza a corpi di Lewy è meno diffusa della sindrome di Alzheimer, ma colpisce almeno il 10-15% delle persone affette da demenza nel mondo. Solitamente insorge in pazienti di età superiore ai sessant'anni. Sebbene una cura risolutiva non esista ancora, se diagnosticata in tempo la patologia può essere trattata con gli psicofarmaci.
Come occuparsi di una persona affetta da demenza? Non sempre è facile. Oltre che sul sistema di caregiving, gli esperti si soffermano sulla comunicazione tra paziente e chi gli sta intorno. Empatia e chiarezza nel dialogo sono elementi necessari, così come ricordare che l'assistenza non deve mai sostituirsi all'azione del malato in ciò che può svolgere autonomamente.
Oltre all'assistenza, però, la scienza raccomanda anche la prevenzione. Sono stati infatti individuati alcuni fattori di rischio, per l'insorgenza delle demenze, tra cui diabete, ipertensione e obesità in età adulta, fumo e inattività fisica.
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