Tutte le novità della scuola 3.0: ecco cosa è cambiato nelle classi
Quali sono le novità della scuola 3.0? In cosa la didattica del XXI secolo si differisce da quella del passato? Ecco cinque novità (più o meno recenti) che stanno traghettando il sistema-scuola verso le nuove generazioni.

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Traghettare la scuola nel XXI secolo, farla diventare specchio della società, renderla riconoscibile e fruibile dalle nuove generazioni: queste sono le sfide della scuola di oggi che tanto si differenzia da quella del passato.
Ecco quindi cinque novità della scuola (più o meno recenti) che stanno contribuendo a far diventare le classi luogo di accoglienza, ricerca della professionalità, curiosità nei confronti delle differenze e comunicazione integrata.
Multimedialità: l’esigenza della scuola 3.0
La svolta delle nuove generazioni verso l’utilizzo massivo di pc, smartphone e tablet ha portato il sistema-scuola a dover tentare nuovi canali di apprendimento. E, in sostanza, nuovi canali di comunicazione tra insegnanti ed allievi.
La multimedialità già negli ultimi anni è dunque entrata prepotentemente nelle classi con l’ausilio delle lavagne LIM che hanno contribuito a traghettare la scuola fatta di carta e gessetti verso le nuove generazioni digitali.
Le lavagne interattive multimediali sono state progettate per entrare nelle classi senza che siano percepite come qualcosa di esterno: sono a tutti gli effetti un supporto per le attività didattiche in grado di integrare il concetto classico di lavagna con un linguaggio attuale e multimediale fatto - oltre che di parole - di suoni, immagini e video.
Inoltre, molti sostengono che l’uso della LIM possa avvicinarsi maggiormente a tutti quegli alunni con bisogni educativi speciali che non riescono a trovare stimoli e supporto nella didattica tradizionale.

E c’è di più: le nuove classi si stanno evolvendo verso la ricerca di Aule 3.0 che prevedono interazione degli studenti in tempo reale grazie all’ausilio dei tablet.
È la stessa ministra dell’istruzione Valeria Fedeli a dichiarare:
Se lasci un ragazzo solo con un tablet in mano è probabile che non impari nulla, che s’imbatta in fake news e scopra il cyberbullismo. Questo vale anche a casa. Se guidato da un insegnante preparato, e da genitori consapevoli, quel ragazzo può imparare cose importanti attraverso un media che gli è familiare: internet. Quello che autorizzeremo non sarà un telefono con cui gli studenti si faranno i fatti loro, sarà un nuovo strumento didattico.
Inclusione: il bisogno della società attuale
Una scuola specchio di una società diversa per molti aspetti rispetto a quella del passato non può prescindere dall’evolversi verso una didattica definita “inclusiva”.
Con didattica inclusiva si intende un processo formativo rivolto a tutti gli alunni in modo tale che ciascuno possa esprimere le proprie potenzialità. La finalità è quella dell’integrazione e del confronto, della partecipazione e del sostegno.
Quindi, una classe inclusiva è a tutti gli effetti un gruppo eterogeneo che cerca di muovere i primi passi verso l'accoglienza.
Ed ecco che bambini e ragazzi impareranno a trarre profitto dalla relazione con alunni dai bisogni educativi speciali (BES), con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), con stranieri e diversamente abili. Una classe che agli occhi senza malizia dei bambini appare come eterogenea, colma di curiosità, interessante e stimolante.

Ci saranno per tutti gli alunni – se in classe è presente un bambino non udente – recite di fine anno dove le canzoni cantate saranno anche “segnate” in LIS; ci saranno video in slow motion di fiori che sbocciano e cellule che si dividono nel corso della lezione di scienze; ci saranno parole straniere che si mescoleranno all’italiano.
Mensa: ad ognuno il suo cibo
Da un rapporto di Save The Children emerge che in Italia oltre due milioni di bambini e ragazzi sotto i 14 anni usufruiscono del servizio mensa: un numero in continua ascesa che pone sempre più l’attenzione sulle diete etico-religiose.
Ma cosa sono? E c’è davvero bisogno che siano rispettate? Certo che si: la presenza di bambini celiaci o musulmani, vegetariani o intolleranti al lattosio (solo per citare alcuni esempi) ha fatto che sì che i servizi-mensa di molte città proponessero agli alunni oltre 15 menu: senza carne suina, senza carne bovina e suina, senza carne (ma con pesce), senza alimenti di origine animale (vegana), senza carne e pesce (vegetariana), per celiaci, intolleranti al lattosio e con allergie alimentari (come uova e crostacei)...
Le realtà multiculturale, le esigenze sanitarie o le pratiche etiche degli alunni devono essere seguite ed incoraggiate: la mensa così può arrivare a rappresentare un forte veicolo di inclusione.
A differenza che in passato, il fatto che i menu siano quasi per la totalità dei casi commissionati a ditte esterne di professionisti rende possibile una reale scelta, senza incorrere nel rischio digiuno.
Alternanza scuola-lavoro: nuovi professionisti cercasi
I due mondi sembrano unirsi, poco per volta: diversamente dal passato, quando lavoro e scuola rappresentavano due mondi diversi ed inconciliabili, oggi tendono ad unirsi.
L’alternanza scuola-lavoro, infatti, è uno dei cardini della Buona Scuola. Nello specifico si parla di almeno 400 ore nell’ultimo triennio dei tecnici e dei professionali e 200 in quello dei licei dedicate a stage e tirocini presso aziende, enti pubblici o musei – sia d’inverno che durante l’estate.
Docenti: formati, aggiornati e organizzatori
Inoltre, tra i dettami della Buona Scuola c’è quello di riabilitare il ruolo del docente. Non solo la formazione in servizio diventa obbligatoria ma ogni insegnante avrà anche a disposizione un voucher di 500 euro all’anno da utilizzare per l’aggiornamento professionale attraverso l’acquisto di libri, testi, strumenti digitali, ingressi a mostre ed eventi culturali, acquisto di hardware e software e iscrizione a master e corsi post-lauream.
Ma la scuola, infine, non si rinnova solo grazie a LIM, menù dedicati e possibilità di stage; ciò che rende moderna e aggiornato il sistema-scuola sono gli insegnanti. Solo docenti realmente motivati e formati adeguatamente possono portare tra i banchi la voglia di imparare, di mettersi in gioco, di crescere.
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